E a volte cammini per strada, fissando i tuoi piedi che si muovono.
Così.
Cuffie nelle orecchie e nient’altro esiste.
La vita intorno che resta ferma.
Solo i tuoi passi che bruciano l’asfalto.
L’immenso sopra di te è troppo lontano per sfiorarti.
Il mondo intorno a te è troppo rumoroso per attrarti.
Solo tu e le tue cuffie.
E i passi che uno dopo l’altro ti portano lontano.
Non ha importanza dove arriveranno.
Non ha importanza quanto ci metteranno.
Solo tu e i tuoi passi.
La realtà diventa un foglio bianco in cui l’unica cosa che è stata disegnata
sono le tue scarpe.
Così.
Ed è strano pensarci, a quanto siamo capaci di estraniarci.
Bastano due cuffie e una strada.
Una strada e i tuoi passi.
Il resto viene da sé.
Chiudere il mondo fuori.
O forse, chiudersi dentro.
Solo tu e il tuo universo.
Un vortice di ricordi e pensieri che ti cattura e ti trascina con sé.
Ti risucchia. Come un buco nero.
Oscillando tra il sentirti vivo e il sentirti morire.
Come quando da bambino andavi sull’altalena.
E spingevi, per arrivare sempre più in alto.
Per cercare di toccare quel ramo che sporgeva più degli altri.
Per avvicinarti alla vita.
Ecco, ora puoi prenderla, la vita.
Ora che cammini per strada, fissando i tuoi piedi che si muovono.
Che la inseguono.
Che la cercano.
Ora puoi permettertelo.
Ora che siete solo tu e la tua vita.
Così.
(Scritto il 20/01/2012)